Non è la prima volta che mi capita di sentire storie di insegnanti inadeguati. E, badate bene, non mi sto riferendo solo a quelli che hanno difficoltà nello spiegare o nel trasmettere le nozioni ai ragazzi. C’è un altro aspetto, a mio parere più grave, nella questione: la mancanza di empatia e la mancanza di rispetto nei confronti dei ragazzi, dei loro sentimenti, delle loro fragilità. È vero, i ragazzi vanno a scuola per imparare, ma ciò non li deve porre in una situazione di completa sottomissione nei confronti degli insegnanti. Spesso mi è capitato di vedere gli studenti trattati come vasi da riempire: quelli che non si riempivano del tutto o rimanevano quasi vuoti, evidentemente erano vasi difettosi e c’era poco da fare per recuperarli. Fine del compito didattico degli insegnanti. Ma non può essere tutto qui. A scuola, certamente, la disciplina deve esistere, tuttavia il rispetto della disciplina non deve diventare una barriera di incomunicabilità tra insegnanti e studenti. A volte, gli insegnanti sembrano completamente imprigionati dietro questa barriera, non riuscendo a vedere, né a sentire i bisogni di quei ragazzi che sono chiamati ad educare e con cui dovrebbero costruire un dialogo. Spesso, i ragazzi a scuola si sentono niente più che numeri su un registro; per non parlare degli insegnanti che fanno discriminazioni (tanto che si potrebbe parlare di vero bullismo): si verificano ad esempio spesso casi di insegnanti maschilisti e dagli atteggiamenti spesso insopportabili e discriminatori verso le ragazze.
Vorrei ora portarvi un caso concreto, che ho incontrato online: Internet è pieno di storie umane che meritano di essere lette. A raccontare è L., un ragazzo che frequenta le medie e che ha fatto presente una situazione odiosa che caratterizza la sua scuola. Il suo post mi ha colpito molto, perché trovo disgustoso che in una scuola pubblica possano verificarsi episodi offensivi di questo tipo. (Al solito, la domanda reste sempre: chi educherà gli educatori?). Ringrazio moltissimo L. per avermi permesso di condividere il suo racconto, un’interessante testimonianza da conoscere, che trovate qui di seguito in alcune sue parti:
Oggi [l’insegnante] si è messa a fare un discorso sul fatto che non è omofoba, semplicemente li trova contro natura e “non condivide questo stile di vita, questa SCELTA”. 1 mi sono triggerato tantissimo perché (qui mi riferisco alla prof): tesoro secondo te io scelgo di essere gay!? Ma vaf****ulo, non è colpa mia se mi piacciono i ragazzi, non mi fa piacere che mi urlino frocio in mezzo alla strada o cose simili. Un’altra cosa che ha detto è stata praticamente di dire che le ragazze sono dolci e che i ragazzi no (esisto). Ha parlato dell’omosessualità come se fosse una semplice fase adolescenziale dovuta agli ormoni. Durante questo suo discorso mi sono sentito uno schifo ma ero bloccato dal fatto che non avessi voglia di espormi.
Allora: come è possibile che ancora oggi sia diffusa una tale e totale ignoranza sulle questioni di identità di genere e orientamento sessuale? Come è possibile che un INSEGNANTE abbia la convinzione che l’orientamento sessuale di una persona una “SCELTA” invece che una condizione innata, naturale e immutabile? Davvero, sono sconvolta dal verificarsi di questi episodi, anche perché so che quotidianamente ci sono volontari che vanno nelle scuole per incontrare i ragazzi e farli riflettere sulle questioni identitarie e sessuali, e poi arrivano insegnanti privi di sensibilità e di conoscenze che dall’alto della loro autorità gettano macigni di ignoranza sulle facce dei loro studenti. Io qui vedo vero vilipendio nei confronti di studenti che invece meriterebbero ASCOLTO e SUPPORTO. Non possiamo continuare a lamentarci del bullismo tra i ragazzi se poi ancora giustifichiamo il bullismo propinato dagli stessi insegnanti. A volte, il docente non si rende conto di avere un’influenza forte sui ragazzi, di avere il potere, con una sua parola, di fare soffrire o di dare esempi a volte sconsiderati. L’insegnante di cui si parla nel racconto citato, ad esempio, in un solo discorso ha offeso le persone di genere femminile, fomentando lo stereotipo dell’opposizione tra “ragazze dolci” e “ragazzi duri”; ha fatto soffrire INUTILMENTE le persone che hanno un orientamento sessuale omo invece che etero; ha giustificato il bullismo nei confronti di chi ha un orientamento sessuale considerato, dagli ignoranti, “fuori norma”. Davvero sconcertante.
Quale soluzione? Per migliorare la situazione, si potrebbe provare a lanciare un input agli insegnanti più “maldestri” attraverso una e-mail o una lettera, anche anonima. Non dico una lettera minatoria, anzi, ma una lettera in cui si esprime il proprio disagio in situazioni di questo tipo. Magari può diventare un utile spunto di riflessione.
N.B.: non ho modo di verificare che l’episodio raccontato corrisponda a realtà in ogni suo punto, ma la vicenda narrata è verosimile e potrebbe avere, purtroppo, corrispondenze con molti casi presenti nelle nostre scuole. Dunque vorrei, attraverso questo post, portare tutti alla riflessione: a volte, gli insegnanti non si rendono conto del dolore che provocano.
Consigli: nella serie Netflix recentemente uscita Tredici (13 Reasons Why), tra le altre cose, si parla anche dell’incapacità degli insegnanti di aprire un dialogo coi loro studenti. Io ho firmato una petizione per promuovere la sua visione nelle scuole, la trovate qui -> PETIZIONE per portare TREDICI nelle scuole
*Il filo di Arianna*