
Giovedì sera il blog “Il filo di Arianna” era presente al primo giorno di apertura della mostra “Il Cinquecento a Firenze“, allestita a Firenze nell’imponente Palazzo Strozzi. La mostra si concentra sull’arte prodotta in questa città nel periodo della Controriforma cattolica, ovvero nella seconda metà del Cinquecento. Il Concilio di Trento, volto ad arginare l’espansione della Riforma luterana, prese infatti avvio nel 1545 e condizionò fortemente tutta l’arte dei decenni successivi.
Un dei dogmi religiosi più dibattuti in questo periodo fu certamente quello della transustanziazione, ovvero della conversione del pane e del vino dell’eucaristia nel corpo e nel sangue di Cristo. I riformati contestavano la presenza reale di Cristo nell’ostia e nel vino consacrati; la Chiesa cattolica, invece, sosteneva fortemente questo dogma, promuovendone la conoscenza proprio attraverso l’arte. Secondo le parole di San Tommaso d’Aquino:
Dogma datur christianis, quod in carnem transit panis, et vinum in sanguinem.
Un dogma è dato ai cristiani: il pane diventa carne e il vino diventa sangue.
(Tommaso d’Aquino, inno Lauda Sion Salvatorem)
Vediamo dunque, in molte opere, il corpo di Cristo esposto alla devozione dei fedeli proprio come su un altare (vedere la seconda sala della mostra: Altari della Controriforma). Ad esempio, il Compianto su Cristo morto di Andrea del Sarto (alias Andrea d’Agnolo, di cui è presente il monogramma con doppia “A”) illustra il mistero dell’incarnazione eucaristica, ponendo l’ostia consacrata accanto al corpo di Gesù, che in essa si trasforma. Lo vediamo in dettaglio nell’immagine seguente:

Particolare della tavola “Compianto su Cristo morto”, Andrea del Sarto, 1523-1524.
Anche il Bronzino favorisce la stessa associazione concettuale nello spettatore, rappresentando un calice vicino al corpo di Cristo:

Particolare del “Cristo deposto” del Bronzino (1543-45), originariamente pensato per la Cappella di Eleonora di Toledo a Palazzo Vecchio. Il Concilio di Trento è appena cominciato (1545) e in pieno spirito controriformistico il corpo e il sangue di Cristo vengono offerti sull’altare eucaristico.
Ancora più esplicito è Giorgio Vasari, che in questa Crocifissione rappresenta il sangue di Cristo raccolto da un angelo in un calice:

“Crocifissione”, Giorgio Vasari, 1560-63. Particolare.
Ma non solo i temi religiosi sono al centro di questa mostra. Infatti, oltre al sacro, troviamo il profano, che assume la forma dei soggetti mitologici caratteristici dell’antichità classica tanto cara agli studiosi e agli aristocratici dell’epoca. Non a caso, uno dei dipinti più belli tra quelli esposti è Venere e Cupido di Alessandro Allori, un vero inno alla sensualità dell’amore:

“Venere e Cupido”, Alessandro Allori, 1575-80. Particolare.
Esemplare in questo senso anche la suggestiva Venere anadiomene (ovvero, “che emerge dall’acqua”) immaginata dal Giambologna, uno degli artisti più presenti nella mostra:

“Venere anadiomene”, Giambologna, 1571-72.
Alla mostra troverete anche tanti altri artisti oltre a quelli citati, tra cui spicca Michelangelo Buonarroti con il suo Dio fluviale, una scultura degli anni Venti del Cinquecento. Qui sotto ci sono le firme di vari pittori che ho incontrato nelle sale di Palazzo Strozzi: riuscite a indovinare chi sono? 😉
Arianna Capirossi per #ilfilodiArianna
INFORMAZIONI UTILI
📍 Firenze, Palazzo Strozzi
📅 21 settembre 2017 – 21 gennaio 2018
🕛 Tutti i giorni inclusi i festivi 10.00-20.00; Giovedì 10.00-23.00.
💲Intero/Full price € 12,00; Ridotto/Concessions € 9,50/€ 4,00 (in particolare, studenti UniFI 4 euro il giovedì dopo le 18.00); Biglietto Famiglia/Family Ticket € 22,00
Audioguida per grandi e piccini.